Il "sì" nella vita di tutti i giorni
XXVI Domenica t.o. - A
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Abbiamo la testa dura e, per quante indicazioni riceviamo, non scopriamo mai del tutto che siamo invitati a lavorare nella vigna del Regno. Anche se colpisce la sfacciataggine e il comportamento inappropriato del primo figlio con il padre - o forse non tanto oggi - ciò che è interessante nell'ottica di questa parabola è che è andato nella vigna e ha lavorato, cioè che ha fatto la sua volontà.
Questo indica che esteriormente può sembrare che siamo uniti al Vangelo e, in realtà, questa non è un'opzione radicale nella nostra vita. Ricordiamo le critiche di Gesù ai farisei che erano specialisti nel dire "sì" a Dio e poi vivevano mascherati nella loro ipocrisia.
Rivediamo la nostra vita e correggiamo, personalmente e come comunità, tante condizioni che ci impediscono coraggiosamente di assumere il lavoro del Regno. Ciò che conta è andare alla vigna ed essere abbracciati a Cristo. Se lo facciamo senza protestare, molto meglio. In altre parole, come dice molto bene Patxi Fano nel suo disegno, il "sì" ci fa vivere nello Spirito, il "no" ci chiude nel nostro egoismo. Speriamo di andare avanti nel pronunciarlo con la vita piuttosto che con le parole della bocca.
Amiamo, con coraggio e dedizione, in silenzio e continuamente. Che siamo così concentrati sull'amore, Signore, da non renderci conto che l'amore è un compito.
28«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. 29Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. 30Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. 31Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Autore: Patxi Velasco Fano (página de inicio)